
Un libro che tiene traccia di un progetto di residenza d’artista del tutto sperimentale, che si è snodato dal lockdown in poi in un lungo un percorso tortuoso e frammentato. L’andamento altalenante dei contagi, le salite, i picchi e le chiusure a singhiozzo hanno di fatto costellato, influenzato e connotato tutto il progetto, che ha deciso di persistere tra le interferenze per indagarle e osservarle da vicino.
La pubblicazione è il corrispettivo su carta di un processo che ha tenuto conto degli inciampi, delle pause e degli intermezzi: la struttura grafica intende restituire un flusso che, bloccatosi e ripartito più volte, è riuscito tuttavia a procedere.
Gli inserti che spezzano lo scorrere delle pagine sono realizzati dalle artiste e dagli artisti protagonisti del progetto: la piega agisce come un’interferenza sulla struttura del libro, dando luogo a giustapposizioni inattese tra immagini e testi, ad accostamenti o relazioni visive che fratturano, interrompono, sconfinano.
Il libro, dopo due anni dall’avvio di Dimore, prova allora ad articolare ulteriormente il pensiero, schiudendo altre finestre di dialogo su temi e questioni tuttora in trasformazione; vuole essere uno strumento di documentazione ma anche di ricerca e indagine assieme, che ha il compito di abitare un tempo e uno spazio ancora irrisolti.